sabato 26 gennaio 2013

THE MISSING



 La trama è presto delineata. Maggie (Cate Blanchett) vive con le figlie Lily e Dot in un ranch del New Mexico, coadiuvata nei lavori da un bravo ranchero col quale intrattiene una relazione, sia pure con qualche riserva. Un giorno arriva alla fattoria un uomo che sembra un indiano ma che si rivela essere il padre di Maggie, Samuel (Tommy Lee Jones), il quale anni prima ha lasciato la famiglia per andare a vivere con gli Apaches. Maggie non l’ha mai perdonato per quell’abbandono, rifiuta sdegnata il denaro che l’uomo vuole offrirle e lo scaccia dopo averlo accusato della prematura scomparsa della madre, intristita e deperita dopo la sua partenza. Ma quando Lily, la figlia più grande, viene rapita da un gruppo di indiani apache, ex guide dell’esercito che hanno disertato trascinati da uno stregone psicopatico (durante il rapimento il ranchero di Maggie viene ucciso in modo efferato), l'unica persona che può aiutare Maggie a ritrovare la figlia è proprio l'odiato padre. 
 Così Maggie, Samuel e la piccola Dot (che non vuole essere lasciata sola) si lanciano all’inseguimento della banda indiana prima che essa oltrepassi il confine con il Messico, dov’è diretta per cedere Lily e altre ragazze rapite ad alcuni messicani che le comprerebbero per farne delle prostitute. Si tratta di un western che risente, in qualche modo, del clima di precarietà e d’incertezza del nostro tempo e, forse per questo, pur avvalendosi degli elementi classici del genere, ha uno sviluppo narrativo particolare, ponendo al centro della vicenda un dramma di carattere familiare ma caricandolo di elementi da film thriller o addirittura horror, in cui l’azione si svolge nei brutali paesaggi del New Mexico, fra gole e strapiombi minacciosi, frequenti apparizioni di serpenti velenosi, frecce incendiarie, magia nera e falchi messaggeri, su cui pesa un continuo senso di minaccia. E’, insomma, un west sinistro e pauroso, quello rappresentato in questo film, con protagonisti e antagonisti che si aggirano in uno scenario livido e quasi apocalittico, dove sembra non esistere rifugio alcuno e dove la morte incombe ad ogni passo. Alla banda degli indiani rapitori, violenti e crudeli fino all’estremo, fa da contraltare uno squadrone di giacche blu cencioso e cialtrone che i protagonisti incontrano sulla loro strada e dal quale si affrettano a separarsi, sia perché constatano di non poterne ricevere alcun aiuto, sia perché Samuel, col suo aspetto da indiano, ha motivo di temere per la propria incolumità.

Alla fine, grazie all’elemento sorpresa, all’aiuto di un paio di vecchi amici indiani di Samuel fortunosamente incontrati, e a un pizzico di buona sorte, Samuel e Maggie riescono a liberare la ragazza assieme alle altre che la banda di apache disertori vorrebbe vendere ai messicani. Ma durante la fuga, trovato rifugio sulla cima d’una collina, vengono attaccati nottetempo dagli indiani che li hanno inseguiti e, in un momento di lotta concitata, Samuel, per salvare la figlia che sta per essere trucidata dal capo stregone, non può far altro che immolarsi trascinando con sé il truce personaggio in un burrone, dove insieme troveranno la morte. Solo allora, di fronte al sacrificio estremo del padre che ha salvato lei e le due nipoti, la figlia riuscirà a perdonargli l’antico abbandono e a riconciliarsi con lui.

L’elemento di novità del film risiede nell'aver posto al centro della vicenda un punto di vista femminile e soprattutto di madre in un genere dove la donna ha sempre rivestito un ruolo di secondo piano rispetto alla forte e talvolta rude presenza del protagonista maschile, ma anche perché si discosta dal filone più recente, quello politicamente corretto, che mostra gli indiani non più come crudeli selvaggi ma come vittime della persecuzione dei bianchi (l’esempio più saliente che viene in mente è quello rappresentato da Balla coi Lupi di  Kevin Kostner ). 

In questo senso The Missing  appare più neutrale e quindi più convincente: i pellerossa,  ex guide apache che sotto l’autorità dello stregone – o brujo, come viene chiamato in lingua indiana – appaiono, non appena decidono di ribellarsi, per quegli individui brutali che in realtà erano sempre stati; mentre Samuel, anch'egli quasi un indiano, si colloca, insieme ai due uomini della vecchia tribù presso cui ha trascorso buona parte della sua vita, dalla parte giusta, cioè quella delle vittime dei ribelli, la nipote e le altre ragazze, strappandole al triste destino che lo stregone e i suoi uomini avevano loro riservato. In questo quadro il rapporto di Samuel e Maggie è sviluppato con coerenza e sensibilità: l’uomo torna dalla figlia rimpiangendo di averla abbandonata, lei lo rifiuta e non riesce a perdonarlo benché egli non esiti a mettere a repentaglio la sua vita per restituirle la figlia rapita. Fino alla fine la durezza del suo cuore le impedirà di perdonare il padre, ritenendo che ciò ch’egli fa per lei le sia semplicemente dovuto. Solo il sacrificio di Samuel le farà comprendere la sincerità del sentimento che l’ha riportato da lei, e l’abnegazione ch’egli le dimostra nel momento estremo del bisogno porterà Maggie, stavolta, a rimpiangere di non avergli potuto esternare la propria gratitudine. 







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