La trama è presto delineata. Maggie (Cate Blanchett) vive
con le figlie Lily e Dot in un ranch del New Mexico, coadiuvata nei lavori da
un bravo ranchero col quale intrattiene una relazione, sia pure con qualche
riserva. Un giorno arriva alla fattoria un uomo che sembra un indiano ma che si
rivela essere il padre di Maggie, Samuel (Tommy Lee Jones), il quale anni prima
ha lasciato la famiglia per andare a vivere con gli Apaches. Maggie non l’ha
mai perdonato per quell’abbandono, rifiuta sdegnata il denaro che l’uomo vuole
offrirle e lo scaccia dopo averlo accusato della prematura scomparsa della
madre, intristita e deperita dopo la sua partenza. Ma quando Lily, la figlia
più grande, viene rapita da un gruppo di indiani apache, ex guide dell’esercito
che hanno disertato trascinati da uno stregone psicopatico (durante il rapimento
il ranchero di Maggie viene ucciso in modo efferato), l'unica persona che può
aiutare Maggie a ritrovare la figlia è proprio l'odiato padre.
Così Maggie,
Samuel e la piccola Dot (che non vuole essere lasciata sola) si lanciano all’inseguimento
della banda indiana prima che essa oltrepassi il confine con il Messico, dov’è
diretta per cedere Lily e altre ragazze rapite ad alcuni messicani che le
comprerebbero per farne delle prostitute. Si tratta di un western che risente,
in qualche modo, del clima di precarietà e d’incertezza del nostro tempo e,
forse per questo, pur avvalendosi degli elementi classici del genere, ha uno
sviluppo narrativo particolare, ponendo al centro della vicenda un dramma di
carattere familiare ma caricandolo di elementi da film thriller o addirittura
horror, in cui l’azione si svolge nei brutali paesaggi del New Mexico, fra gole
e strapiombi minacciosi, frequenti apparizioni di serpenti velenosi, frecce
incendiarie, magia nera e falchi messaggeri, su cui pesa un continuo senso di
minaccia. E’, insomma, un west sinistro e pauroso, quello rappresentato in
questo film, con protagonisti e antagonisti che si aggirano in uno scenario
livido e quasi apocalittico, dove sembra non esistere rifugio alcuno e dove la morte
incombe ad ogni passo. Alla banda degli indiani rapitori, violenti e crudeli
fino all’estremo, fa da contraltare uno squadrone di giacche blu cencioso e
cialtrone che i protagonisti incontrano sulla loro strada e dal quale si
affrettano a separarsi, sia perché constatano di non poterne ricevere alcun
aiuto, sia perché Samuel, col suo aspetto da indiano, ha motivo di temere per
la propria incolumità.
Alla fine, grazie all’elemento sorpresa, all’aiuto di un
paio di vecchi amici indiani di Samuel fortunosamente incontrati, e a un
pizzico di buona sorte, Samuel e Maggie riescono a liberare la ragazza assieme
alle altre che la banda di apache disertori vorrebbe vendere ai messicani. Ma
durante la fuga, trovato rifugio sulla cima d’una collina, vengono attaccati
nottetempo dagli indiani che li hanno inseguiti e, in un momento di lotta
concitata, Samuel, per salvare la figlia che sta per essere trucidata dal capo
stregone, non può far altro che immolarsi trascinando con sé il truce
personaggio in un burrone, dove insieme troveranno la morte. Solo allora, di
fronte al sacrificio estremo del padre che ha salvato lei e le due nipoti, la
figlia riuscirà a perdonargli l’antico abbandono e a riconciliarsi con lui.
L’elemento
di novità del film risiede nell'aver posto al centro della vicenda un punto di vista
femminile e soprattutto di madre in un genere dove la donna ha sempre rivestito
un ruolo di secondo piano rispetto alla forte e talvolta rude presenza del
protagonista maschile, ma anche perché si discosta dal filone più recente,
quello politicamente corretto, che mostra gli indiani non più come crudeli
selvaggi ma come vittime della persecuzione dei bianchi (l’esempio più saliente
che viene in mente è quello rappresentato da Balla coi Lupi di Kevin
Kostner ).
In questo senso The Missing appare più neutrale e quindi più convincente:
i pellerossa, ex guide apache che sotto
l’autorità dello stregone – o brujo, come viene chiamato in lingua
indiana – appaiono, non appena decidono di
ribellarsi, per quegli individui brutali che in realtà erano sempre stati; mentre Samuel, anch'egli quasi un indiano, si colloca, insieme ai
due uomini della vecchia tribù presso cui ha trascorso buona parte della sua
vita, dalla parte giusta, cioè quella delle vittime dei ribelli, la nipote e le altre ragazze,
strappandole al triste destino che lo stregone e i suoi uomini avevano loro
riservato. In questo quadro il rapporto di Samuel e Maggie è sviluppato con coerenza e sensibilità: l’uomo torna dalla figlia rimpiangendo di averla abbandonata, lei lo
rifiuta e non riesce a perdonarlo benché egli non esiti a mettere a repentaglio la sua vita per restituirle la figlia rapita. Fino alla fine la durezza
del suo cuore le impedirà di perdonare il padre, ritenendo che ciò ch’egli fa
per lei le sia semplicemente dovuto. Solo il sacrificio di Samuel le farà
comprendere la sincerità del sentimento che l’ha riportato da lei, e
l’abnegazione ch’egli le dimostra nel momento estremo del bisogno porterà Maggie,
stavolta, a rimpiangere di non avergli potuto esternare la propria gratitudine.
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